Il sovrintendente e direttore artistico Fortunato Ortombina, affiancato dal direttore della comunicazione Paolo Besana, ha illustrato le linee artistiche della nuova stagione e i progetti che legheranno la Scala agli Stati Uniti nei prossimi mesi, in vista del 250° anniversario della fondazione del Teatro nel 2028.
Ortombina ha ricordato che “l’ultima grande tournée del Teatro alla Scala negli Stati Uniti risale al 1976” e ha evocato i profondi legami storici con il Metropolitan Opera di New York, sottolineando che “ogni teatro è parte viva della propria città e rappresenta un’identità culturale unica, ma il dialogo con il mondo è parte del nostro DNA”.
Nel programma 2025–26 spiccano il Ring wagneriano (in due cicli a marzo, con il completamento previsto nel 2026), una nuova Turandot nel centenario della prima, un Nabucco di nuova produzione e un progetto dell’Accademia della Scala dedicato ai giovani cantanti e tecnici. Per il Balletto, in cartellone un triple bill firmato McGregor, Mayer e Maliphant, oltre al colorato Alice’s Adventures in Wonderland, pensato per avvicinare nuovi pubblici.
Accanto alla stagione, Besana ha annunciato tre iniziative che rafforzano la presenza scaligera oltreoceano:
– la mostra “Callas, Visconti, Zeffirelli” che aprirà il 22 gennaio 2026 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Washington, con costumi originali di Maria Callas restaurati grazie alla Fondazione Berti;
– il documentario “La Scala – The Force of Destiny”, presentato a Los Angeles e in distribuzione internazionale;
– e il gala “For the Young and by the Young” della Teatro alla Scala Association of America, in programma il 1° novembre alla New York Historical Society, dedicato alla formazione e alla diffusione dell’opera tra i più giovani.
Con la tappa newyorkese, la Scala riafferma la propria vocazione globale e il ruolo di ambasciatrice dell’eccellenza artistica italiana nel mondo.
xo9/mgg/azn (interviste e video di Stefano Vaccara)



