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Libano, Lacroix “Missione Unifil continuerà nonostante la situazione”

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di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Conferenza stampa oggi al Palazzo di Vetro con Jean Pierre Lacroix, il capo del dipartimento delle Nazioni Unite per le operazioni di pace nel mondo e che questa volta doveva rispondere alle domande dei giornalisti su UNIFIL, la missione di “peace-keeping” con oltre diecimila caschi blu (di cui oltre mille italiani) che è rimasta nel Sud del Libano nonostante Israele e Hezbollah siano ormai in aperto conflitto. Alle domande sul perché i caschi blu, che dovrebbero “mantenere la pace”, fossero rimasti in un territorio dove la pace non c’è più ma ormai solo guerra e distruzione. Lacroix ha risposto dicendo che la missione UNIFIL, nonostante la situazione difficile, continua perché provvede all’aiuto umanitario dei civili rimasti (secondo le autorità libanesi già un milione di libanesi avrebbe lasciato il sud del Libano, ndr).
Il Segretario Generale Antonio Guterres, durante la riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza di mercoledì, aveva detto che Israele gli aveva chiesto di spostare i caschi blu dell’ONU da alcuni settori della linea blu, ribadendo che UNIFIL resta dov’è e che orgogliosamente “la bandiera dell’ONU continua a sventolare”. (Nelle stesse ore Guterres veniva bollato come “persona non grata” dal governo israeliano, ndr). Ma se le basi dell’ONU venissero colpite mentre si combatte tra l’IDF e Hezbollah, chi sarebbe il maggiore responsabile delle eventuali vittime, gli israeliani che avevano avvertito Guterres, o quest’ultimo che ha rifiutato di rimuovere i caschi blu. Sulle dichiarazioni di Antonio Tajani oggi al question time del Senato, in cui il ministro degli Esteri ha detto che “La soluzione diplomatica ruota anche intorno al rafforzamento della capacità operativa di Unifil – che deve essere messa nelle condizioni di svolgere appieno il suo mandato. (…) Ma non dipende da noi prendere questa decisione, dipende dalle Nazioni Unite”, Lacroix ha dichiarato all’Italpress: “Non spetta a me commentare o interpretare quello che il ministro degli Esteri italiano ha detto”, per poi aggiungere: “La volontà politica di attuare la risoluzione 1701 è fondamentale. La risoluzione 1701 è e continua ad essere un quadro di risoluzione accettato da entrambe le parti. Sono tutti impegnati a come passare da dove siamo, che è una terribile situazione di rischio, alla certificazione del ritorno al tavolo delle trattative e la ricerca di un percorso verso l’attuazione della 1701”. “Continuo a dire che non spetta a UNIFIL implementare 1701, ma UNIFIL deve supportare l’implementazione di 1701 da parte delle parti in conflitto. Ora, se arriviamo a quella fase, dovremo riflettere con i membri del Consiglio di Sicurezza, con Unifil, con tutte le parti interessate, su come possa essere adattato per svolgere meglio quel ruolo. E ovviamente, guardando a quello che io chiamo lo scenario positivo. Ma in questo momento penso che la priorità sia davvero intensificare gli appelli e gli sforzi diplomatici per garantire che la via diplomatica sia privilegiata rispetto all’escalation” aggiunge Lacroix.
Quindi su una possibile richiesta d’aiuto ai caschi blu da parte dei civili libanesi che si trovassero presi tra i due fuochi nei combattimenti tra israeliani e Hezbollah, Lacroix non ha dubbi “Penso, anzi sono sicuro interverrebbero”. “Credo che le forze di pace farebbero tutto ciò che è in loro potere per proteggere la popolazione. Non mi addentrerò nel micromanaging, esattamente. Spetta a loro valutare cosa possono fare”. Alla domanda su chi è l’ultimo a decidere su cosa i caschi blu, in una situazione di emergenza, possono e non possono fare, il funzionario francese dell’ONU Lacroix risponde: “Abbiamo una catena di comando molto chiara. Il Comandante della Forza è responsabile su tutto ciò che fa Unifil. E poi abbiamo il quartier generale, il Dipartimento per le operazioni di pace (cioè Lacroix, ndr) e soprattutto il suo boss” ha concluso indicando Stephane Dujarric, il portavoce del Segretario Generale dell’ONU. Insomma alla fine, l’ultima parola su chi darà l’approvazione nelle prossime ore su ciò che farà o non farà l’UNIFIL per proteggere i suoi caschi blu e/o i civili libanesi spetterà ad Antonio Guterres.

foto: IPA Agency

(ITALPRESS).

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