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Vance in Israele “Non posso promettere la restituzione di tutti i corpi degli ostaggi”

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TEL AVIV (ITALPRESS) – Il parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato, con un margine ristretto di 25 voti a 24, la proposta di legge “Applicazione della sovranità israeliana in Giudea e Samaria, 2025”, presentata dal deputato Avi Maoz. Il disegno di legge prevede l’estensione della sovranità, del sistema giudiziario e dell’amministrazione israeliana a tutti gli insediamenti ebraici in Cisgiordania. La proposta sarà ora esaminata dalla Commissione Esteri e Difesa prima di tornare in aula per la seconda e terza votazione. Maoz ha dichiarato di aver respinto la richiesta del premier Benjamin Netanyahu di rinviare la discussione, sostenendo che “è giunto il momento di correggere un errore storico”. 

La mossa arriva mentre il vicepresidente statunitense JD Vance è in visita in Israele e ha incontrato Netanyahu. Il ministro dell’Istruzione Yoav Kisch ha definito l’attuale governo “il migliore per il movimento dei coloni”, promettendo che “il tempo della piena sovranità arriverà”. La proposta ha suscitato critiche internazionali: la maggior parte delle organizzazioni e governi stranieri considera gli insediamenti israeliani una violazione del diritto internazionale e della Quarta Convenzione di Ginevra, mentre Israele sostiene che la Cisgiordania non è “territorio occupato” in senso giuridico. (ITALPRESS). A luglio, la Knesset ha approvato una risoluzione dichiarativa a sostegno dell’”applicazione della sovranità israeliana alla Giudea, alla Samaria e alla Valle del Giordano”. Tuttavia, non ha avuto conseguenze operative o legislative. Secondo la legge israeliana, lo status attuale dei territori conquistati durante la Guerra dei sei giorni, ad eccezione di Gerusalemme Est, è quello di “occupazione belligerante temporanea” e il governatore legale dei territori è il comandante del Comando centrale delle Forze di difesa israeliane (Idf). Durante gli Accordi di Oslo firmati tra Israele e l’Autorità nazionale palestinese nel 1993, i territori furono suddivisi in tre diverse zone: l’area A, composta principalmente da città e paesi palestinesi sotto il pieno controllo civile e di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese; l’area B, sotto il controllo di sicurezza di Israele ma con il controllo civile dei palestinesi; e l’area C, sotto il controllo di sicurezza di Israele. I circa 500.000 coloni israeliani risiedono principalmente nell’area C. Israele considera la maggior parte dei suoi insediamenti legali ai sensi del diritto interno, costruiti su terreni statali e conformi a decisioni governative legalmente valide. La maggior parte delle organizzazioni internazionali considera gli insediamenti una violazione dell’Articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra, che vieta l’insediamento di civili nei territori conquistati. Israele ha affermato a sua difesa che i cittadini israeliani non sono stati né deportati né trasferiti nei territori, e che il territorio non è occupato poiché in precedenza non vi era alcun sovrano riconosciuto a livello internazionale. Nel 2024, la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha emesso un parere consultivo secondo cui la presenza di Israele in Cisgiordania non era più temporanea e quindi illegale ai sensi del diritto internazionale.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance nel suo ufficio a Gerusalemme e ha affermato che “quando si tratta della sicurezza di Israele, facciamo ciò che dobbiamo fare”. Secondo i resoconti dei media israeliani, Netanyahu ha osservato che “l’America ha interesse in un Israele forte, e Israele ha interesse in un’America forte”, affermando che “l’America ha altri interessi nella regione, su cui possiamo essere flessibili, il che è positivo”.

Il primo ministro israeliano ha inoltre sottolineato che ha discusso con Vance “giorno dopo” a Gaza, quando Hamas sarà disarmato. “Abbiamo sviluppato uno straordinario ‘giorno dopo’ con una nuova visione”, ha detto. Sul tema Vance ha affermato che “ci vorrà molto lavoro, siamo su un ottimo percorso, in un modo mai visto prima” e si è detto fiducioso sulla tenuta del cessate il fuoco.

VANCE “NON POSSO PROMETTERE LA RESTITUZIONE DI TUTTI GLI OSTAGGI”

Il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha incontrato le famiglie degli ostaggi e i sopravvissuti, promettendo che gli Stati Uniti continueranno a fare tutto il possibile per restituire i corpi dalla Striscia di Gaza. “Non posso promettere che tutti torneranno, ma stiamo lavorando con altri partner per far sì che ciò avvenga il più rapidamente possibile”, ha affermato. Hamas ha ancora nelle sue mani i corpi di 13 ostaggi.

IL MINISTERO DEGLI ESTERI ISRAELIANO “FORNITE LE PROVE DELLE INFILTRAZIONI DI HAMAS IN UNRWA”

“Israele respinge categoricamente il ‘parere consultivo’ della Corte internazionale di giustizia, del tutto prevedibile fin dall’inizio riguardo all’Unrwa. Si tratta dell’ennesimo tentativo politico di imporre misure politiche contro Israele sotto la copertura del ‘diritto internazionale’”. Lo scrive su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Iren Marmorstein, che aggiunge: “Il parere consultivo odierno della Corte internazionale di giustizia avrebbe dovuto denunciare l’attività terroristica in cui è coinvolta l’Unrwa: i dipendenti dell’Unrwa hanno preso parte direttamente al massacro del 7 ottobre e continuano a supportare le operazioni terroristiche di Hamas, il tutto sotto l’egida delle Nazioni Unite”. “L’attività terroristica di Hamas all’interno dell’Unrwa ha avuto luogo prima del massacro del 7 ottobre, durante il massacro e dopo il massacro. Israele ha fornito alle Nazioni Unite ampie prove a dimostrazione dell’infiltrazione di Hamas nell’Unrwa, ma l’Onu non ha mai indagato sulla reale portata di tale infiltrazione. Ad oggi, l’Unrwa impiega ancora più di 1.400 agenti di Hamas. Israele non collaborerà con un’organizzazione infestata da attività terroristiche”, prosegue Marmorstein.

Il portavoce del ministero degli Esteri conclude: “Israele rispetta pienamente i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale. Israele rifiuta fermamente la politicizzazione del diritto internazionale, che mira a produrre risultati politici e a imporre misure volte a danneggiare lo Stato di Israele”.

CORTE DI GIUSTIZIA DELL’AJA “ISRAELE FACILITI LA CONSEGNA DEGLI AIUTI”

La Corte internazionale di giustizia dell’Aja (Cig) ha affermato che Israele è tenuto a facilitare la consegna degli aiuti forniti dalle Nazioni Unite e dalle sue agenzie nella Striscia di Gaza, tra cui l’Unrwa. Gli 11 giudici della Corte hanno aggiunto che Israele non ha dimostrato le accuse secondo cui alcuni rappresentanti dell’Unrwa sarebbero membri di Hamas.

MEDIA “HAMAS HA TRA I 10.000 E 20.000 MILIZIANI”

Il gruppo terroristico palestinese Hamas avrebbe ancora tra i 10.000 e i 20.000 miliziani, dopo averne persi circa 20.000 durante la guerra nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito Nbc News citando una fonte delle Forze di difesa israeliane (Idf), secondo cui fino al 90% dei razzi dell’organizzazione terroristica al potere a Gaza è stato distrutto e Israele è riuscito a impedirle di ripristinare la pesante potenza di fuoco persa. La fonte ha sottolineato: “Gli impianti di produzione e le rotte del contrabbando (colpite da Israele) sono molto importanti. Non abbiamo solo portato via il pesce, abbiamo preso la canna da pesca”. 

IDENTIFICATI CORPI 2 OSTAGGI, 13 RESTANO ANCORA A GAZA

L’istituto di medicina legale ha identificato i corpi degli ostaggi consegnati ieri sera da Hamas alla Croce Rossa e successivamente giunti in Israele. Appartengono a Arie Zalmanovich, 85 anni, e Tamir Adar, 38 anni, vice comandante della sicurezza locale, entrambi del kibbutz Nir Oz. “Il governo israeliano condivide il profondo dolore delle famiglie Zalmanovich e Adar e di tutte le famiglie degli ostaggi deceduti. Il governo e l’intero apparato israeliano di risposta alla cattura degli ostaggi rimangono determinati, impegnati e lavorano instancabilmente per restituire tutti gli ostaggi deceduti per una degna sepoltura nella loro patria. La sua memoria sia benedetta”, si legge nella dichiarazione dell’ufficio del primo ministro diffusa nella notte. Zalmanovich è stato ucciso durante la prigionia a Gaza, mentre Adar è stato ucciso il 7 ottobre 2023 e portato a Gaza.

La Croce rossa ha dichiarato di aver facilitato il trasferimento di 15 corpi palestinesi da Israele a Gaza nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, portando il totale a 165. In base all’accordo di cessate il fuoco di Gaza, Israele restituisce i corpi di 15 palestinesi in cambio del corpo di ogni ostaggio riconsegnato.

NETANYAHU LICENZIA IL SUO CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha sostituito con effetto immediato il suo consigliere per la Sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, a causa dei disaccordi sulle politiche adottate durante la guerra a Gaza. Membro di spicco del partito Likud e ministro dagli anni ’90, Hanegbi si sarebbe opposto al piano di Netanyahu di invadere Gaza City durante l’estate, nonché al fallito attacco del mese scorso contro i leader di Hamas in Qatar. Gil Reich, che era il vice di Hanegbi, assumerà immediatamente la carica di capo ad interim del Consiglio per la Sicurezza nazionale e consigliere per la Sicurezza nazionale.

Prima di assumere l’incarico di vice nel 2022, Reich è stato vicedirettore della Commissione israeliana per l’energia atomica. Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione in cui ha ringraziato Hanegbi per il suo servizio e gli ha augurato “molto successo nei suoi impegni futuri e buona salute”. Nella sua dichiarazione, Hanegbi ha ammesso i disaccordi con Netanyahu. “Ho ringraziato il primo ministro per il privilegio di essere stato un partner nel definire la politica estera e di sicurezza di Israele in anni difficili, per l’opportunità di esprimere una posizione indipendente in discussioni delicate e per il dialogo professionale che abbiamo mantenuto, anche in tempi di disaccordo”, ha affermato.

Hanegbi ha avvertito che la guerra iniziata il 7 ottobre 2023, nonostante sia in vigore un cessate il fuoco, “non è ancora finita”. “I nostri combattenti rimangono in guardia su molti fronti”, ha affermato, “e la missione di riportare a casa tutti i nostri ostaggi non è ancora stata completata. Né è stato ancora adempiuto l’obbligo – con mezzi diplomatici o militari – di garantire che le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza vengano rimosse dal potere, disarmate e che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”.

Hanegbi ha ammesso la propria responsabilità per il “terribile fallimento del 7 ottobre” e – in un messaggio apparentemente indirizzato al primo ministro, che da tempo si oppone a una commissione d’inchiesta statale sulla questione – ha affermato che “occorre indagare a fondo per garantire che vengano apprese le lezioni necessarie e per contribuire a ripristinare la fiducia pubblica che è stata scossa”. “Dobbiamo tutti rimanere impegnati e attenti ai bisogni di coloro che hanno pagato il prezzo più alto di tutti: le famiglie in lutto e i feriti, nel corpo e nell’anima”, ha affermato Hanegbi. Infine, ha esortato all’unità all’interno della società israeliana, definendola “essenziale per garantire l’eternità di Israele”.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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